“Buongiorno Alice!”
“Buongiorno a Lei Sig.Giovanni, spero che oggi per Lei sia una buona giornata!”
Alice era una ragazzina bellissima, i suoi capelli color ebano erano sempre legati con una coda di cavallo, e i suoi occhioni blu risplendevano su quel visino con le guancette sempre rosse.
Era nata a Montepulciano, un antico borgo medievale circondato da vigneti e panorami fiabeschi. Un borgo veramente magico con i suoi vicoli pittoreschi, i suoi scorci incantevoli, i balconi delle case sempre pieni di fiori e che si affacciavano su una valle colorata e silenziosa, disturbata solo da qualche miagolio lontano. Inoltre, Montepulciano era famosa, oltre che per la produzione di vino rinomato, anche perché vi erano stati girati film come: ‘il Paziente Inglese’, ‘Sogno di una notte di mezza estate’, ‘I Medici’, ‘New Moon’, e tanti altri bei film.
Alice era molto benvoluta da tutte le persone del paese, forse pensavano che la sua testa fosse un po’ sempre tra le nuvole, degna del suo nome…però, lei non era, in realtà, così, bensì aveva la testa sempre in movimento: studiava sempre qualcosa da fare, e pensando, non vedeva sempre dove metteva i piedi e a volte ruzzolava giù per le strade ciottolose. “Che male - pensava - la prossima volta starò più attenta!”
Alice amava l’arte in tutte le sue forme, dalle sculture ai quadri, dagli oggetti vari alle fotografie, al cinema. “Da grande voglio diventare direttrice di un museo”, diceva sempre a tutti, “Così potrò respirare ogni giorno l’atmosfera surreale che aleggia intorno alle tele dipinte dai pittori più famosi!”
Quando contemplava un’opera, Alice entrava in simbiosi con la stessa: ne attraversava i colori, sentiva persino il profumo dei fiori in un paesaggio, capiva l’anima nascosta in ognuno dei quadri.
Ogni settimana la mamma di Alice doveva andare a Firenze per portare i suoi bozzetti di moda, essendo una fashion designer, e Alice non mancava di accompagnarla per poter entrare alla Galleria degli Uffizi e scoprire sempre qualcosa che non aveva già ammirato.
L’aveva vista decine di volte...eppure il quadro raffigurante la “Nascita di Venere” di Sandro Botticelli era per lei un sogno. Il dipinto raccontava l’approdo sull’isola di Cipro della Dea dell’amore e della bellezza, nata dalla spuma del mare e sospinta dai venti zefiri, in piedi sopra il guscio di una conchiglia pura e perfetta, come se contenesse una perla.
Arrivate a Firenze, la mamma le raccomandò: “Alice, hai solo tre ore a disposizione poi quando ho finito andiamo via senza lamentele, va bene?”
Alice annuì.
Entrò nel suo mondo, dove poteva ammirare grandi pittori come Botticelli, Michelangelo, Caravaggio, Raffaello, Tiziano, e tantissimi altri nomi illustri.
La sua attenzione, però, venne rapita di nuovo dal quadro la “Nascita di Venere”. Ad un certo punto vide una luce abbagliante, luminosissima. Si stropicciò gli occhi, ma era talmente forte che non vedeva più nulla, allora andò incontro alla stessa…ed entrò in un'altra dimensione.
“Ma dove mi trovo?”, si chiese. Era entrata davvero in un portale per un altro mondo? Ma come era potuto succedere, stava forse solo sognando?
I suoi piedini erano nudi e addosso aveva un vestitino leggerissimo fatto solo di fiori, con i capelli sciolti che portavano una ghirlanda di roselline sulla testa. Camminava sull’acqua cristallina piena di pesciolini colorati, un vento leggero le svolazzava tra i capelli, e, durante la sua esplorazione, sulla spiaggia bianca vide tante ostriche arenate.
Subito si chiese perché non fossero dentro al mare, e chiese loro chi le avesse portate sulla sabbia.
Le ostriche risposero, con la voce del vento, che erano state trasportate lì dal mare per comporre un quadro per una donna bellissima dai lunghi capelli.
“Vi aiuterò io”, rispose loro Alice. “Vi riporterò dove possiate vivere”.
E così fu…una ad una le ripose nel mare e queste, man mano che nuotavano via, la ringraziarono con una melodia meravigliosa.
D'altronde, quando sono ancora delle larve, le ostriche seguono il ‘gambero pistola’ che, come un pifferaio magico, le trasporta nel luogo più giusto per loro per crescere in tranquillità.
Una volta aiutata anche l’ultima ostrica, Alice si sedette stanca sull’umida sabbia. Chiuse gli occhi e si ritrovò di nuovo alla Galleria degli Uffizi, davanti al dipinto di Venere.
Era stato solo un sogno o era stata la sua immaginazione? La dea del quadro la guardava con occhi che sembravano reali, cosa voleva dirle? Forse di salvare l’arte, di farla amare dai suoi coetanei, ormai persi nell’elettronica senza anima!
Pensò subito che dovesse studiare molto per poter diventare una persona in grado di aiutare coloro a cui l’arte non interessava. Fare appassionare i giovani e cercare di poter far capire a tutti che possono accadere cose straordinarie grazie all’arte, come se la tela fosse una finestra sul mondo e su noi stessi, e dove la magia incontra la realtà, diventando sogno.
Dall’osservazione profonda di un'opera o di un quadro, possono nascere tante emozioni, scoperte, storie e Alice ne aveva tante da raccontare…bastava saperle ascoltare!