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Ciao ragazzi. Ecco una storia fantastica!
In piazza d’Armi è accaduto un miracolo. Da che mondo è mondo uno dei giochi più diffusi ed amati dai bambini è quello di inseguire i piccioni che sono soliti abbeverarsi alle fontane e contendersi le mollichelle di pane gettate loro dai genitori ed i nonni seduti sulle panchine. I piccioni forse un po’ seccati ma gioioso, per chi li guarda, il loro volo destinato del resto a durare pochissimo poiché di lì a poco essi torneranno attratti dall’acqua che sale e scende dalla fontana e dai bocconcini rimasti sull’asfalto. Durante la giornata i voli saranno molti perché la maggior parte dei piccoli non rinuncia alla corsetta incontro ai volatili.
E il miracolo? Il miracolo è avvenuto una mattina, poco prima di mezzogiorno. Un bambino vestito di bianco dalla camicia alle scarpe, muovendo proprio dalla fontana, ha attraversato la piazza con in mano un pallone. Un piccione lo ha seguito e subito un altro ha fatto lo stesso. E poi un altro e un altro ancora. E poi decine di piccioni lo hanno accompagnato verso l’estremità opposta della piazza. Il bambino all’inizio, palleggiando, non si era reso conto del corteo cui aveva dato origine che invece richiamava l’attenzione di tutti quanti. Chi si trovava nella piazza senza quasi rendersene conto, si spostava da Sud a Nord seguendo quella che al seguito del piccolo vestito di bianco era diventata una vera e propria processione con a terra centinaia di piccioni, gli ultimi, per non perdere il contatto, impegnati anche in brevi voli.
Dunque anziché fuggire rincorsi dai bambini, ora erano i piccioni a seguire uno di loro che con la massima disinvoltura e sorpresa, adesso, giunto quasi all’estremità della piazza, sotto il monumento a Giuseppe Verdi, si era fermato guardandosi alle spalle.

Che era successo? Come mai i piccioni l’avevano seguito? Carletto, questo il nome del bambino, mentre i piccioni continuavano a stargli dappresso, non si rendeva conto. I molti frequentatori di Piazza d’Armi per non rompere l’incantesimo si mantenevano a distanza e commentando con discrezione l’accaduto cercavano una spiegazione. Carletto a questo punto cominciò, per così dire, a studiarsi. Gli venne in mente che i suoi vestiti potessero avere un odore particolare e senza darlo ad intendere si annusò. Fece lo stesso con il pallone che poteva esser venuto a contatto con qualche pianta profumata. Niente. Carletto si rese conto che il suo stupore per l’accaduto era condiviso da una moltitudine di persone. E se i bambini come lui più che riflettere si godevano quei lunghi minuti in mezzo ai piccioni, i grandi si interrogavano alla ricerca di una spiegazione. Uno, sapendo di mentire ma per attirare un po’ l’attenzione, disse una bugia senza però trovare consensi: “Ma non avete visto che il bambino lanciava dei pugnetti di popcorn?!”. No. Nessuno aveva visto ciò che non era avvenuto. Mentre Carletto prendeva in mano un piccione bianco come la sua camicia e lo accarezzava ed altri bambini, trovando qualche difficoltà nell’imitarlo, facevano lo stesso, i grandi continuavano a commentare. Fu necessario l’invito della vigilessa ad allontanarsi, stava arrivando l’autocisterna per il periodico lavaggio dell’asfalto, perché la piazza si vuotasse ed i piccioni, forse stavolta a malincuore, prendessero il volo. Carletto riprese il suo pallone e come gli altri si avviò verso casa. Nel più profondo imbarazzo dovette ascoltare più volte la domanda che egli per primo poneva a sé stesso senza trovare risposta. Perché i piccioni ti venivano dietro? Avevi qualcosa in tasca che li attirava? Carletto rispondeva con una smorfia scuotendo la testa. Si fermò all’edicola a comprare il giornale per il nonno e pensò che forse a casa i suoi avrebbero potuto aiutarlo a capire che cosa fosse successo. E se anche loro fossero rimasti a bocca aperta non rimaneva che appellarsi al ….Miracolo.
Poteva essere accaduto un miracolo. E c’era ancora da chiedersi perché proprio lui ne era stato protagonista.
I miracoli sono rari, rarissimi, ma qualche volta…E in ogni caso si sarebbe sempre potuto riprovare.
Domani o un altro giorno.
Appuntamento dunque in piazza d’Armi. Perché non venite anche voi?