Packino, Tenerello e Mandarino
di Maria Grazia Cavagnero
Team Enjoy Modena @ All Right Reserved
Website designed and developed by
GkLogo Graphic Design - Modena
C’era una volta un bambino meraviglioso, allegro, bello e sempre pronto ad aiutare chi ne aveva bisogno. Si chiamava Alessandro.
Era stato malato, ma era perfettamente guarito, grazie all’aiuto e alle cure di medici bravi e buoni, di infermieri gentili e premurosi, grazie anche all’affetto della sua famiglia e dei suoi amici.
Era pure comparso nella sua vita, durante la guarigione, un mago di nome Stellario, sempre elegantissimo, con il mantello in velluto blu, con stelle scintillanti di brillantini ovunque e un magnifico cappello azzurro.
Appariva nei momenti più impensati, accompagnato da una bellissima musica, e gli raccontava tante storie divertenti e piene di sorprese.
Per compensarlo di tutto quel periodo di malattia, gli aveva regalato un Dono. Poteva far ritrovare tre cose perdute, a patto che fossero importanti per chi le aveva perse. Naturalmente gli sarebbe stata indispensabile la bacchetta magica che Stellario gli aveva donato.
Alessandro era pieno di felicità: non solo era guarito, ma poteva rendersi utile.
Lui amava molto gli animali, li amava tutti quanti, dal moscerino al leone.
E Stellario, da buon Mago, lo sapeva: gli disse che conosceva tre animali molto tristi poiché avevano perso il loro habitat e che forse lui, Alessandro, avrebbe potuto fare qualcosa.

Uno era un cerbiatto, di nome Tenerello, che aveva perso il suo bosco.
Stava malissimo, era diventato tutto pelo e ossa. Persino le sue macchie bianche erano sbiadite. Aveva una nostalgia terribile dei suoi amici alberi e una voglia irrefrenabile di prateria. E di notte sognava di mangiare erba, germogli, foglie, un po’ di corteccia, arbusti secchi e radici. Che fame!
Alessandro, che era ben nutrito e sempre sazio, provava una pena terribile per Tenerello e non vedeva l’ora di esercitare il suo potere, ma aveva bisogno di alcune istruzioni da parte di Stellario, il mago, che in sogno, prontamente, gli sussurrò una formula magica.
Ed ecco comparirgli davanti Tenerello, smunto e triste.
“Ciao, Alessandro.”
“Ciao, Tenerello. Sono qui per te e per farti ritrovare il tuo amato bosco e la tua prateria.”
“Grazie, te ne sarò sempre grato, ma fa’ in fretta, poiché io mi sento svenire dalla fame e dalla nostalgia!”
Alessandro, usando la sua bacchetta magica, fece comparire un bosco pieno di querce, larici, abeti e pini. Un bosco straordinario e con un sottobosco altrettanto ricco. E poco più in là una prateria verde brillante.
Tenerello, stupefatto, non credeva ai suoi occhi e diceva:
“Ohhh! Questo è il mio bosco, ma più grande, più verde e con più alberi amici! E che foglie lucide e brillanti hanno le loro chiome. E più in là vedo la mia prateria, ancora più bella di come me la ricordavo. Sono tanto felice!”
Fu così che Tenerello ritrovò il suo bosco e la sua prateria e fu per sempre grato ad Alessandro.

Il secondo animale molto triste, di cui Stellario aveva parlato al bambino meraviglioso, era un orsetto polare, bianco come la neve, cicciottello e simpatico, di nome Packino, che piangeva e piangeva perché, a causa dello scioglimento dei ghiacciai dell’Artico, aveva perso la sua casa e il pack.
Packino aveva perso il suo habitat.
Niente più mamma amorosa, niente più fratellini giocherelloni, niente più cibo e affetti. Era anche affamato oltreché solo.
Ma il nostro Alessandro ricreò per lui il pack e ricompose il ghiacciaio, modificando il clima troppo caldo che aveva fatto sciogliere il ghiaccio, con l’aiuto della sua preziosa bacchetta magica.
Packino improvvisamente si ritrovò a casa, tra la neve e il ghiaccio, con intorno la sua famiglia, con cibo e amore. Che gioia!
“Ciao, Alessandro.”
“Ciao, Packino. Hai visto? Sei contento? Ti ho ridato ciò di cui avevi tanto bisogno.”
”Grazie. Te ne sarò sempre grato! Non so come potrò mai sdebitarmi!”
“Caro Packino, far bene agli altri è già un regalo per me. Non c’è bisogno di sdebitarti.”

Alessandro si sentiva il cuore pieno di gioia per aver fatto cose così belle e importanti per Tenerello e per Packino. Aveva, però, ancora una possibilità di esercitare il suo Dono. La terza ed ultima. Come il bambino se ne rese conto, Stellario comparve davanti a lui e gli disse:
“Conosco un animale più triste di tutti gli altri poiché ha perso il suo mare!
Si chiama Mandarino ed è un pesciolino splendido che vive sul fondale sabbioso, è coloratissimo, verde ramato, arancione vivo e rosso. Tutto il suo corpicino è decorato da punti e linee azzurre. Le pinne sono azzurrissime. È incantevole e molto intelligente. Pensa che si è fatto una piccola biblioteca sottomarina. Non puoi lasciarlo diventare così depresso e scontento: devi aiutarlo a ritrovare il suo habitat. E con il mare ha perduto anche la sua fidanzata, che non abbandona mai. Sono sempre insieme nell’acqua.”
“Caro Stellario mio -rispose Alessandro- farò il possibile per rimediare, ma tu mi devi scrivere la formula magica!”
E come per incanto, ecco, davanti agli occhi attenti di Alessandro, una serie di numeri, ognuno di un colore diverso. Il bambino li compose nell’aria e…Mandarino, che aveva ormai le lacrime agli occhi per la nostalgia, si ritrovò in una laguna di straordinaria bellezza, in mezzo ai suoi coralli e con vicino a lui la sua promessa sposa, di nome Splendida. Che felicità! Respirare, nuotare nel suo mare tra i coralli, mangiare e attendere la notte per amare la sua adorata Splendida e fare con lei tanti bei pesciolini. Sì, soltanto di notte era possibile per la loro specie.
Ora Alessandro era pienamente soddisfatto, anche perché Mandarino fece un guizzo fuori dall’acqua, sollevando tanta bella schiuma e tante bolle salate e colorate: nel suo linguaggio, voleva essere un ringraziamento festoso ad Alessandro che aveva ridato a lui e alla sua fidanzata la gioia di vivere.

Alessandro guardò felice gli animali ritrovati nei loro habitat: Tenerello saltellava nella sua prateria, Packino correva sul suo ghiaccio e Mandarino nuotava tra i coralli con la sua amata Splendida. Alessandro si sentiva davvero bene, perché aveva fatto qualcosa di importante per loro.
Ma mentre li osservava, si accorse di una cosa ancora più speciale. Il vero dono che aveva ricevuto non era solo la bacchetta magica o il potere di restituire ciò che era stato perso, ma l’amore che aveva messo in ogni gesto. Aiutare gli altri lo rendeva felice, perché sapeva che quando si è gentili e si aiuta qualcuno, il cuore cresce di gioia.
“Grazie, Alessandro!” disse Stellario, apparendo davanti a lui con un sorriso. “Non c'è magia più potente di quella che nasce dal cuore. Ricorda, anche tu sei un piccolo esploratore coraggioso: aiuti gli altri con il tuo amore e la tua bontà. Ogni buona azione è una magia che cambia il mondo, rendendolo più bello per tutti.”
Alessandro sorrise, guardando gli animali che ora vivevano felici nel loro mondo. E mentre il sole tramontava dietro gli alberi, si rese conto che la sua avventura era solo all'inizio. Ogni giorno poteva essere un nuovo esploratore, pronto a fare del bene, a trovare soluzioni e a imparare insieme agli altri.
"Che bella avventura!" pensò Alessandro. "E chissà quante altre magie ci aspettano!"
Ogni piccolo esploratore ha dentro di sé una magia speciale: quella di aiutare gli altri, di essere gentile e di proteggere la natura. Esploratori Coraggiosi è un viaggio che ci insegna a essere più empatici, curiosi e generosi, facendo la differenza con ogni azione che compiamo. E voi, siete pronti a vivere la vostra avventura?