C’era una volta un Bambino Meraviglioso, di nome Alessandro, bello e buono, di cui senz’altro vi ricorderete per le straordinarie sfide che aveva affrontato e vinto, grazie al Dono del Mago Stellario: far ritrovare tre cose perdute, a patto che fossero importanti e preziose per chi le aveva perse. Ma i successi di Alessandro erano soprattutto frutto della sua generosità, altruismo e desiderio di aiutare gli altri, uomini o animali che fossero. Senza mai dimenticare la vittoria più importante della sua vita, quella sulla malattia: era guarito e felice e non vedeva l’ora di aiutare chiunque avesse bisogno di lui. Un bambino che non aveva paura di nulla e pieno di energie! Un esploratore veramente coraggioso.
Packino, l’orsetto polare, Tenerello, il giovane cerbiatto, e Mandarino, il pesciolino innamorato, avevano ritrovato, grazie a lui, il loro habitat; Vanessa, la pantera nera, Rodolfo, il bel giaguaro, e Contessa, la tigre del Bengala, avevano riacquisito l’identità perduta.
Che successi clamorosi, Alessandro! Certo la festa danzante organizzata in suo onore dai tre felini era un modo per dimostrargli la loro gratitudine, anche se egli sosteneva che non doveva essere ringraziato: far del bene agli altri era il più bel regalo per sé stesso e gli riempiva il cuore di gioia.
Ma Vanessa e Contessa, come già avete letto alla fine della loro precedente avventura, volevano anche approfittare della festa per far innamorare Rodolfo di una di loro.
Sì, Rodolfo era conteso. Tutte e due lo amavano. Rodolfo, il jaguar lover, di gusti difficili e incostante nei sentimenti, chi avrebbe scelto come sua sposa? La pantera nera o la tigre reale del Bengala?
Vi lascio immaginare, durante la festa danzante nel Parco degli animali felici, tra musica, luci, cibi raffinati e ottime bevande, il corteggiamento selvaggio di Vanessa e Contessa: in amore e in guerra tutto è lecito! Ne combinarono di tutti i colori per attirare la sua attenzione.
Vanessa gli girava intorno, sprigionando cuoricini dai suoi occhioni gialli e trasparenti, Contessa lo accarezzava dolcemente con la coda e gli faceva mille altre moine, senza parlare di ciò che gli sussurravano nelle orecchie. Rodolfo era letteralmente assediato.
Intanto Alessandro, buono e paziente, pronto ad aiutare gli altri come sempre, intratteneva gli ospiti, che, manco a dirlo, erano tutti i felini che Vanessa, Rodolfo e Contessa erano riusciti a rintracciare nel mondo. Purtroppo molti di essi erano in serio pericolo di estinzione, ahimè, e quindi gli invitati erano un buon numero, sì, ma meno numerosi del previsto: quelli che erano riusciti a sfuggire ai cacciatori e ai bracconieri, alla riduzione e alla degradazione del loro habitat e ai cambiamenti climatici.
Erano presenti un leopardo nebuloso e famiglia, una lince con marito e suoceri, un leone con tutte le sue leonesse al seguito, un puma, single “per ora”, un ghepardo con un paio di amici eleganti come lui, un leopardo delle nevi con i suoi piccoli, un gatto delle Ande, due fratelli ocelotti e diversi altri felini con i loro figlioletti.
Naturalmente Stellario, che nel frattempo aveva deciso di tornare sulla Terra, stufo degli umori mutevoli della Luna, invitatissimo e considerato uno degli ospiti di maggior riguardo, si era precipitato dal suo caro amico Alessandro, per festeggiarlo. E subito, da buon Mago che non si dimentica mai di esserlo, aveva dato il suo contributo: per evitare qualunque tipo di aggressività da parte di tanti animali feroci, aveva fatto bere, all’ingresso del Parco, ad ognuno di loro una bevanda magica, in grado di rendere mansueto, docile e pacifico qualunque felino per almeno un mese. Era una bevanda dolce, a base di ambrosia, nettare e miele di acacia, con una spruzzatina di Spritz lunare (rubato alla Luna da Stellario, senza il minimo scrupolo), analcolica naturalmente. Una vera squisitezza.
La festa si stava svolgendo nel miglior modo possibile: tutti gli animali si divertivano, si sfamavano, dissetavano, ballavano e i piccoli giocavano gioiosamente tra di loro.
Ma nel bel mezzo della Festa accadde una cosa terribile.
Vanessa, Rodolfo e Contessa, improvvisamente, non trovavano più le loro code. Si voltavano indietro e non le vedevano. Pensavano fosse uno scherzo, ma purtroppo non lo era. E cerca di qui e cerca di là: le code non ricomparivano. Era come se avessero deciso di scappare altrove e di rendersi indipendenti, loro così importanti per l’equilibrio degli animali. Tutto questo, senza che essi se ne accorgessero. Nessun dolore, nessuna sensazione di disagio o di malessere. E al posto delle code erano comparsi tre bellissimi fiocchi di stoffa pregiata, in tinta con i manti dei tre felini.
Vi lascio immaginare la reazione dei loro ospiti: i più amici e sensibili facevano di tutto per rincuorarli e andavano cercando le code perdute, i meno amici e più cattivelli ridevano come pazzi e li prendevano in giro.
Qui ci voleva qualcuno straordinariamente in gamba in grado di aiutarli!
E chi se non Alessandro, magari con l’aiuto di Stellario, ancora più Mago dopo il soggiorno sulla Luna, a causa dei suoi influssi?
E così fu: Stellario regalò ad Alessandro una nuova bacchetta magica computerizzata (l’altra l’aveva persa), con una tastierina che suonava, luminosa e di mille colori. Il Bambino Meraviglioso la usò, pigiando sui tasti e componendo le formule magiche suggerite da Stellario: subito le tre magnifiche code tornarono al loro posto e i fiocchi si dispersero nell’aria.
Che meraviglia! Le malelingue dovettero tacere e gli amici abbracciarono Vanessa, Rodolfo e Contessa, Alessandro e Stellario e gioirono con loro.
Alessandro era raggiante. Il nostro esploratore coraggioso aveva risistemato ogni cosa anche questa volta e il suo cuore esultava.
Ma nel corso di tutta questa vicenda così inquietante per i tre felini, la pantera aveva dimenticato la preoccupazione per la sua coda perduta per consolare e coccolare il suo amato giaguaro, mentre la tigre, tanto venerata al suo paese, continuava a guardarsi allo specchio, tutta presa egoisticamente solo da sé stessa, vanitosa e incurante degli altri, col risultato che Rodolfo aveva deciso che la felina della sua vita sarebbe stata Vanessa! Non era solo bellissima, con degli occhioni gialli incredibili e pieni di luce, un manto nero e vellutato, morbido e setoso, ma anche buona e generosa. E lui se ne era innamorato.
Tutte le sue esitazioni erano scomparse: l’avrebbe sposata presto (non dimentichiamo che l’effetto della bevanda magica che rendeva mansueti gli animali feroci aveva un effetto a tempo e, quindi, più presto si celebravano le nozze e meglio sarebbe stato per tutti).
Era cambiato il nostro jaguar lover, era diventato un giaguaro serio e responsabile, pronto ad impegnarsi e desideroso di mettere su famiglia.
Le nozze avvennero tra pochi intimi felini e i testimoni, ovviamente, furono Alessandro e Stellario. Come dono di nozze, regalarono a Vanessa e Rodolfo due stupende code di riserva. Non si poteva mai sapere cosa sarebbe accaduto nel futuro. Contessa, la tigre reale del Bengala, delusa e piena di rancore, sprezzante ed altera, tornò in Bangladesh a fare la Divinità.
Si racconta che i due sposi, la Pantera e il Giaguaro, vissero per sempre insieme felici e contenti, con i loro “Pantaguarini” e le loro “Pantaguarine”.